Paternità e leadership: l’urgenza di identificare nuovi modelli di managerialità per ricostruire il futuro postcoronavirus

Milano, 18 marzo 2020. In occasione di una festa del papà senza precedenti, la possibilità di creare una diversa relazione tra la vita professionale e quella familiare diventa un’opportunità ancora più urgente e reale. È di questo che discuteranno 8 key opinion leader, padri e CEO di grandi aziende, in un evento in live streaming organizzato per non spegnere i riflettori sulla festa del papà di domani, 19 marzo, e sensibilizzare su come il lavoro possa attingere alle esperienze della vita, tra cui la genitorialità, per realizzare una società più sostenibile (per partecipare).

“Si parla sempre di più oggi di un nuovo modello di leadership: responsabile, empatica e in grado di far crescere gli altri. Laddove è molto difficile apprendere queste capacità ‘a tavolino’, diventano invece immediatamente visibili e disponibili se le si cerca nelle relazioni familiari: essere padre è chiaramente una palestra per il modello di leadership che serve oggi alle nostre aziende” dichiara Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value.

I papà italiani sanno che la cura dei figli è un asset prezioso anche sul lavoro: l’80% di loro afferma che proprio la paternità ha sviluppato la loro empatia, competenza comunemente riconosciuta ai leader più efficaci; per l’82% ha contribuito ad allenarli nella gestione dei conflitti e per il 95% ha influito nella capacità di saper sviluppare le potenzialità altrui.

Questi sono i dati che emergono dal lavoro di Life Based Value con oltre 3.000 papà con figli tra 0 e 3 anni, che stanno partecipando al master digitale per neo-genitori volto a trasformare l’esperienza genitoriale in una palestra di soft-skill. Dati che fotografano un’opportunità anche formativa a disposizione dei papà italiani che vogliono esercitare il proprio diritto alla paternità… non soltanto in momenti di crisi come questo.

L’eccezionalità che stiamo vivendo diventa, oggi, ancora più l’occasione per sperimentare nuove pratiche di leadership. In uno scenario in cui la risorsa più scarsa non è più il tempo passato in famiglia, ma la condivisione dei gigabyte disponibili tra una video-conferenza di lavoro da una parte e una lezione in “smart school” dall’altra, i padri stanno imparando in modo intensivo e full time come il ruolo paterno offra loro l’opportunità di sviluppare un set di competenze quanto mai preziose anche per la carriera.

L’evento in live streaming è, inoltre, l’occasione per lanciare la ricerca “Lo Stato della Paternità in Italia”, che Life Based Value, azienda HR-Tech per lo sviluppo del capitale umano, sta svolgendo per la prima volta in Italia in partnership con Valore D, prima associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva per la crescita delle aziende e del Paese, e Promundo, organizzazione internazionale leader globale sul tema dell’identità maschile. La ricerca è già in corso e continuerà fino al mese di giugno; tutti gli attori, enti e associazioni che si occupano di paternità, maternità, famiglia ed evoluzione della società, sono invitati a diventare partner e promuovere il sondaggio, collegandosi al link maam.life/padri2020 sul sito dell’azienda. Una volta conclusa, i dati italiani contribuiranno a completare l’analisi globale State of the World’s Father con un focus specifico sul nostro Paese, offrendo un contributo a una trasformazione della paternità più partecipata e con carichi di responsabilità più equi.

Oltre 600 persone in Italia vi hanno già preso parte. I primi dati fotografano la volontà degli uomini di esercitare il proprio diritto alla paternità non soltanto in momenti di crisi come questo. I papà italiani vogliono dedicarsi alla cura dei figli. Il 75% degli uomini è fortemente d’accordo sul fatto che loro debbano esserne molto coinvolti nella cura fisica dei propri figli (dargli da mangiare, lavarli, metterli a letto, sistemare la casa, impegnarsi per cure mediche). La percentuale aumenta quando si parla di assolvere i compiti legati alla cura emotiva: l’86% degli uomini ascolta molto volentieri pensieri ed emozioni dei propri figli supportandoli con tutto l’affetto necessario.

Una maggiore presenza dei papà in famiglia, inoltre, avrebbe effetti positivi sulla salute fisica e mentale delle donne e gli uomini che hanno partecipato all’indagine ne sono consapevoli: il 61% di questi ritiene che poter usufruire di un congedo parentale della durata maggiore di 3 mesi influirebbe positivamente sul benessere fisico delle donne; il 70% riconosce che ne trarrebbe giovamento la loro salute mentale.