Madri e lavoro, dobbiamo (ancora) investire in consapevolezza

Essere genitori è una palestra unica per sviluppare capacità relazionali, organizzative e di innovazione sempre più richieste dalle aziende. In particolare, la maternità è una straordinaria esperienza in grado di attivare le competenze naturali delle madri, che possono essere valorizzate in tutte le loro potenzialità anche sul lavoro.

Ma purtroppo nel 2022 c’è ancora molto da lavorare in questa direzione, alla luce delle recenti parole di Elisabetta Franchi. Nell’ambito di un convegno, la stilista ha affermato di assumere nella sua azienda solo donne nei loro “anta” perché “quando metti una donna in una carica molto importante, poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta” a causa della maternità. “Io da imprenditore responsabile della mia azienda spesso ho puntato su uomini“.

E ha aggiunto, riguardo alle cosiddette “donne anta” (cioè sopra i 40 anni), che “se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24, questo è importante”. Frasi che hanno suscitato grandi polemiche, anche perché pronunciate da una top manager donna e madre nel giorno della Festa della mamma 2022.

Per questo oggi è ancora più importante far sentire chiara e forte la nostra voce: per Lifeed la maternità è un’occasione unica, sia per le persone sia per le aziende, per allenare competenze trasferibili dalla vita privata al lavoro, scoprire nuovi talenti e migliorare il benessere individuale e organizzativo. È scientificamente provato che valorizzare la maternità sul lavoro fa stare meglio le mamme stesse e, di conseguenza, porta grandi benefici misurabili alle aziende.

Un esempio? Dai dati dell’Osservatorio vita-lavoro di Lifeed emerge che nel 2021 sono state soprattutto le mamme ad affermare di essersi scoperte più forti di quanto credessero (82%) e di percepire un miglioramento delle proprie capacità di leadership attraverso i propri ruoli di cura (74%).

La cura allena una nuova leadership

Pubblichiamo quindi, di seguito, un estratto di un recente articolo di Riccarda Zezza, CEO di Lifeed, sul blog AlleyOop de Il Sole 24Ore sui temi di maternità e lavoro: “La maternità non è un impedimento, ma un master. Anzi, esperienze come la nascita di un figlio e la cura dei propri genitori sono addirittura portatrici di un modello di leadership radicalmente diverso, che attinge all’istinto della specie umana verso la vita e il sapersi prendere cura gli uni degli altri”.

“Se stiamo ancora qui, nel giorno della Festa della mamma del 2022, a contare le dimissioni delle madri che lavorano, a indignarci e a commentare storie di donne demansionate, mobbizzate, licenziate, a domandarci dove siano i sensi di colpa di una madre che lavora (nello spazio) o a festeggiare come eccezionali i casi in cui una donna incinta viene assunta o addirittura promossa… qualcosa di sbagliato c’è”.

“Dobbiamo investire in consapevolezza e in conoscenza, così da smettere di cercare aggettivi nuovi per dare senso a parole che hanno perso la loro capacità di descrivere la realtà. Dobbiamo mettere in discussione tutto l’invisibile e renderlo visibile dando alle cose il loro vero nome e dando a noi stessi la consapevolezza di poter scegliere”.

“Infine, è ora di accettare che la diversità, come la leadership, non richiede che si lavori per conformare i nuovi entranti o per dargli i giusti attributi ‘diversi’, quanto piuttosto che si lavori per trasformare chi c’era già. Questo sì che sarebbe un buon modo per festeggiare le mamme in Italia, nel 2022″.

Foto: Ansa