Il 26 settembre si è svolto a Bologna il convegno Il Manager del Valore e i Capitali d’Impresa organizzato da GoForBenefit e dalla Scuola di Economia Civile (SEC) che ha coinvolto alcuni relatori d’eccezione, tra cui il Prof. Stefano Zamagni, economista, esperto di terzo settore ed economia sociale. Eravamo presenti anche noi in qualità di sostenitori dell’iniziativa.

Gli asset intangibili e il loro contributo alla creazione del valore si stanno imponendo con decisione sempre maggiore e richiedono una forte e armoniosa integrazione tra loro per offrire quel valore aggiunto necessario alla creazione di un modus operandi sostenibile e distintivo:

Un approccio che implica, dunque, una modalità più aperta e integrata nella conduzione del business, insieme a un pool di competenze nuove nei manager che devono condurre la rappresentazione del valore aziendale.

Per rendere tutto ciò reale, servono aziende illuminate, che sappiano guardare al futuro con lungimiranza e che siano consapevoli delle potenzialità delle proprie risorse.

Una visione, questa, coerente con MAAM, nel rispetto del valore delle persone e della loro vita.

Partecipare a questo convegno è stato per noi un modo per condividere il nostro punto di vista sul mondo del lavoro, con una motivazione che ci spinge, ogni giorno, a essere rivoluzionari.

Un tema particolarmente caldo e discusso quello del congedo di paternità, che in Italia sembra non avere particolarmente presa nel panorama aziendale, mentre all’estero sia più facilmente riconosciuto. Una sorta di tacito “consenso” tutto italiano che impedisce ai padri di esprimere appieno la loro identità, lasciandoli in una condizione frustrante e confusa.

Quali sono dunque gli ostacoli che i padri sono costretti a dover affrontare?

Stereotipi e pregiudizi sono al primo posto e riflettono l’immagine ormai vecchia e superata del “padre (in un ruolo minoritario) che lavora e la madre bada ai figli”.

La gestione del tempo è un fattore determinante nel destreggiarsi tra lavoro e famiglia e per i padri è oggettivamente difficile organizzare la quotidianità, incastrando tutti gli impegni e dedicando il tempo e le energie necessarie che i figli richiedono. Questa difficoltà nel conciliare felicemente vita e lavoro porta all’amletica “scelta obbligata”: investire sulla famiglia mettendo in secondo piano la carriera professionale o, al contrario, dedicarsi al lavoro lasciando meno spazio alla cura dei figli?

Infine, la tecnologia, presenza costante nella quotidianità, si rivela un fattore di disturbo che non consente di staccare completamente dal lavoro.

Sociologi e economisti dimostrano come il congedo sia una scelta positiva sia per la famiglia che per l’azienda e porti effetti positivi sul rendimento e la produttività dei dipendenti. L’Osservatorio MAAM conferma queste affermazioni: il 97% risulta più felice, il 39% è più attento alla gestione del tempo e il 29% è in grado di ridimensionare meglio i problemi sul lavoro. L’avventura della paternità migliora incredibilmente la loro capacità di ricerca di un equilibrio personale, fatto di una visione più ampia del mondo, maggiore responsabilità e attenzione al futuro. Persone “nuove”, quindi, capaci di continuare ad apprendere, sbagliare e accogliere il cambiamento come fattore costante della vita quotidiana, con energie rinnovate da utilizzare in famiglia e sul lavoro.

Di congedi di paternità si è parlato anche al Tempo delle Donne, la tre giorni milanese diventata ormai un appuntamento fisso per parlare di attualità al femminile.

Avevamo già parlato del Tempo delle Donne qui: LA FELICITÀ TRA FAMIGLIA E LAVORO

Numerosi gli spunti emersi durante questo evento lanciati dagli speaker che hanno preso parte insieme a noi al panel dal titolo “Co-genitori e contenti”: Francesca Polti, direttore generale dell’omonima azienda è convinta dell’importanza di un clima sereno quando un dipendente sta per diventare genitore, facendosi promotrice di una politica volta a offrire strumenti di flessibilità per i collaboratori; Vera Slepoj, psicanalista, sostiene il valore fondamentale del partner che “stia accanto alla compagna per sostenerla”, ascoltandola, tranquillizzandola e facendola riposare; Massimiliano Ossini, noto conduttore tv, esprime il suo punto di vista di papà sottolineando come la famiglia debba essere una squadra; Riccarda Zezza invita a ripensare a una nuova immagine di papà, libero da stereotipi e capace di esprimersi in tutta la sua identità.

Tutti hanno concordato su un punto, un valore da vivere e costruire ogni giorno con slancio e voglia di fare, e tema della quinta edizione dell’evento: la felicità.

Il nostro intervento a Heroes, meet in Maratea, il più importante festival euro mediterraneo dedicato all’innovazione e impresa, ci ha permesso di far riflettere sul perchè le startup guidate da donne ricevano meno finanziamenti anche se rendono di più. Il tema di questa edizione di Heroes è Money&Value e solo il 16% degli startupper sul palco di quest’anno sono donne, segnale chiaro di un forte divario di genere anche in questo settore. Le ricerche più recenti[1] dimostrano infatti che le start up a guida femminile ricevono meno della metà dei finanziamenti di quelle maschili, nonostante rendano oltre il 10% in più in cinque anni. Le motivazioni? Gli investitori, oltre a credere che le donne non abbiano delle competenze tecniche di base adeguate, non hanno una conoscenza approfondita dei prodotti/servizi femminili e sono attratti dai progetti maschili in quanto più aggressivi.

Un pregiudizio che sparisce quando a investire sono “non professionisti”: la campagna di crowd funding fatta da Life Based Value sul portale Mamacrowd all’inizio del 2018 è stata la terza per capitale raccolto, con oltre 456.000 euro, un overfunding del 456% e un’adesione di 101 nuovi soci, di cui il 40% donne.

In particolare, il 45% delle persone ha investito la quota minima di 500 euro, il 35% dai 500 ai 5.000 euro, il 20% sopra i 5.000 euro fino ad un massimo di 50.000 euro. Tra le motivazioni principali per le quali i nuovi soci hanno deciso di investire in MAAM emerge che il 40% ha creduto nel progetto e nelle sue potenzialità. Il 27% ha molto a cuore il tema della maternità/paternità, il 25% era desideroso di fare un investimento “diverso” e infine l’8% è stato convinto dal passaparola.

“Grazie al crowdfunding e ai nostri business angel, ora abbiamo a bordo oltre 100 persone che credono in MAAM, che si aggiungono alle 40 aziende e alle 4.000 persone che, acquistandolo e usandolo, lo rendono vivo. Tengo molto a portare la mia esperienza ad HEROS perché l’innovazione sociale che fa la mia azienda risente ancora di definizioni troppo vaghe e la nostra esperienza può aiutare a renderla più concreta e a mettere a punto strumenti di crescita più efficaci”. Così Riccarda Zezza interviene durante l’evento, sottolineando l’importanza che il crowdfunding ha giocato nel lancio di MAAM.

[1] Why women- owned startups are a better bet”, Boston Consulting Group, Giugno 2018

Una felicità che coinvolga lavoro e famiglia è possibile?

Una domanda che tocca le corde più profonde delle nostre emozioni, del nostro vissuto e che potrebbe avere potenzialmente un’infinità di risposte per la molteplicità di situazioni che ognuno vive quotidianamente. Noi crediamo che si possa trovare un equilibrio, una sinergia che possa dare spazio senza togliere energie e tempo, ma che, anzi, dia forza a entrambi gli aspetti.

Abbiamo avuto modo di parlarne sabato 8 settembre al Tempo delle Donne, quinta edizione della rassegna culturale organizzata dalla 27esima Ora, in collaborazione con Io Donna, Fondazione Corriere e ValoreD, presso gli spazi della Triennale di Milano. Un panel che ha visto gli speaker confrontarsi su diverse tematiche che coinvolgono i ruoli di mamma e papà. Gli spunti e le risposte hanno spaziato tra vari campi: dalla psicologia con Vera Slepoj, alle logiche di azienda con Francesca Polti, per poi virare sulle prospettive innovative proposte da Riccarda Zezza, e approdare all’esperienza di un papà d’eccezione, Massimiliano Ossini, giornalista e conduttore TV.

Tanti i quesiti posti dalla moderatrice Danda Santini, Direttrice di IO Donna, e tanta la voglia di confrontarsi. Dati e ricerche confermano che in Italia gli uomini sono per la prima volta pronti a prendere il congedo di paternità, mentre le donne fanno fatica a delegare. Quindi, come lasciare liberi gli uomini per creare i loro modelli senza copiare le mamme? 

Riccarda Zezza ci invita a riflettere su come sia necessario inventare una paternità tutta nuova che lasci spazio di essere se stessi, senza gabbie e stereotipi, imposti dalla storia e dalle tradizioni. Una nuova prospettiva da adottare e su cui lavorare con determinazione e slancio per avere uno sguardo libero da preconcetti, rinnovato e sempre pronto ad accogliere nuove sfide.

Una libertà che fa rima, per Francesca Polti, con serenità sul lavoro. La Managing Director dell’omonima azienda sostiene che “un clima sereno e un coinvolgimento delle persone sia durante il congedo che dopo costituisca un elemento di rispetto e di valorizzazione dei propri dipendenti”.

Famiglia, dunque, che diventa il fulcro da cui partire ogni giorno con entusiasmo e buona volontà, perché le prospettive che abbiamo di fronte non sono irrealizzabili, ma si possono affrontare insieme, prendendoci cura di noi e degli altri.

L’1 settembre 2018 è il primo compleanno del progetto europeo MOM – Maternity Opportunities and Mainstreaming, finanziato da Erasmus+ per portare i principi del Life Based Learning di MAAM alle madri disoccupate.

Scopo di questa iniziativa, che si concluderà nel 2020, è offrire alle madri europee senza lavoro l’accesso a un percorso formativo che valorizzi la loro maternità come occasione di scoperta e sviluppo di competenze chiave per il mondo del lavoro, contribuendo, su più ampia scala, alla riduzione della disoccupazione femminile in Europa.

Questo attraverso una serie di strumenti, tutti gratuiti e accessibili:

MOM è un’occasione per dire a tutte le madri d’Europa che la loro esperienza di maternità è preziosa, e con essa si attivano competenze chiave tra le più necessarie al mondo del lavoro d’oggi. Una caratteristica importante del metodo MAAM e del Life Based Learning è di essere accessibile a tutti, indipendentemente dalla formazione o dallo stato sociale – e siamo molto contenti di essere citati proprio per questa peculiarità nel report McKinsey – Ashoka The skilling challenge. How to equip employees for the era of automation and digitization – and how models and mindsets of social entrepreneurs can guide us. Per noi questo progetto è anche una bella occasione di confronto e sinergia a livello europeo – così commenta Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value.

Tra i partner del progetto, oltre a Life Based Value che ha la responsabilità del metodo formativo e dello sviluppo tecnologico, figurano Piano C Milano (coordinatore e capofila), Ayuntamiento de Alzira (Spagna), EUROMASC – European Masters of Skilled Crafts (Norvegia), Fondazione Politecnico di Milano, INOVA (Regno Unito), International Platform for Citizen Participation (Bulgaria), University of Thessaly – Career & Lifelong Training Centre (Grecia).

MOM intende raggiungere almeno 1.200 madri disoccupate entro il 2020, offrendo loro l’accesso gratuito alle risorse online che saranno disponibili in 5 lingue.

Per approfondimenti:

Visita il sito del progetto
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Proprio un anno fa il Gruppo Unipol iniziava l’avventura con MAAM. A distanza di un anno, il 97% dei partecipanti si dichiara soddisfatto. Tra le competenze migliorate, le mamme Unipol indicano empatia, ascolto, gestione del tempo e delle priorità, gestione della complessità e agilità mentale. E quasi lo stesso vale per i papà. Con MAAM, l’offerta di welfare aziendale di Unipol si arricchisce di un importante tassello all’insegna della sinergia vita-lavoro.

Guarda il video con le testimonianze dei partecipanti MAAM.

Storie di valore, di impegno aziendale, di lungimiranza. Sono quelle dei nostri clienti, molti dei quali sono anche dei Great Place to Work. Ci piace pensare che il cambiamento sia un fattore tangibile e alla portata di tutte quelle realtà che ci credono davvero e che scommettono attivamente sulle loro persone, fornendo loro opportunità e strumenti per metterle in pratica. Ecco perché non smetteremo mai di raccontare le loro eccellenze.

Tra di esse, e come new entry del 2018 in MAAM, c’è Biogen, azienda leader del settore biotech farmaceutico che negli ultimi quattro mesi ha ricevuto ben tre riconoscimenti per il clima aziendale e il livello di soddisfazione dei propri dipendenti: la certificazione Great Place to Work per le aziende basate su relazioni di fiducia, l’assegnazione del quinto posto – prima tra le aziende farmaceutiche – come Great Place to Work nella categoria delle medie aziende e la recente inclusione tra i Best Place to Work per le donne.

In questo contesto, non poteva di certo mancare MAAM, fiore all’occhiello dell’azienda e occasione per favorire la crescita professionale e l’empowerment dei propri dipendenti.

Leggi anche: Biogen, star bene in azienda migliora la performance

Anche Danone non poteva che far parte del nostro progetto, proseguendo coerentemente nella direzione già intrapresa in passato con una serie di attenzioni per i neo genitori quali ulteriori supporti economici, congedo retribuito di dieci giorni ai papà, supporto psicologico, flessibilità oraria nel primo periodo di reinserimento in azienda, un kit informativo e un omaggio di prodotti aziendali alla famiglia.

Abbiamo già parlato di Danone qui: Danone, con MAAM la genitorialità diventa una palestra eccezionale

Zeta Service, azienda di servizi per l’amministrazione del personale, la consulenza del lavoro, lo sviluppo del potenziale delle risorse e formazione esperienziale, si unisce alla lista dei Great Place To Work e da febbraio di quest’anno ha aderito con entusiasmo a MAAM, portando una nuova luce sull’esperienza della genitorialità e una prospettiva aperta sulle sinergie vita-lavoro, dove la vita viene accolta e perfettamente integrata con le esigenze aziendali. Lavorare in ambienti di lavoro eccellenti è il sogno di tutti. Stare a stretto contatto con le menti più creative e i dirigenti più stimolanti è sicuramente per noi fonte di ispirazione. Zeta Service è l’evidenza che “la ricerca della felicità” – filosofia alla base dell’idea di impresa – dentro e fuori l’azienda si accompagni naturalmente con crescita e produttività.

Guarda il video di Silvia Bolzoni, CEO di Zeta Service, che parla di noi

Nell’agosto 2015 Poste Italiane è stata la prima azienda ad aver introdotto MAAM per le proprie dipendenti mamme. Con circa 138.000 dipendenti, il 53% dei quali donne, Poste si impegna da anni nella promozione di una cultura aziendale basata sulla parità e la non discriminazione negli ambienti di lavoro. Ad oggi sono più di 400 i neo-genitori che hanno scelto di aderire al progetto MAAM e, novità 2018, di questi, il 15% sono papà.

Scopri qui le ultime iniziative di Poste Italiane a favore delle donne e dei genitori: In Poste Italiane il 54% di chi ci lavora è donna

In Barilla “vogliamo cambiare pagina, vogliamo cambiare approccio e raccontarlo a tutti” spiega Daniela Sorrentino, HR manager del gruppo, mamma di 3 bambini e convinta sostenitrice di MAAM. La forte determinazione del brand ha portato all’adesione del nostro percorso per i loro dipendenti, nell’ottica di valorizzare competenze ed energie date dall’esperienza genitoriale. MAAM, però, è solo una delle diverse iniziative che l’azienda ha lanciato a favore della genitorialità, coprendo la fascia di mamme e papà con figli da 0 a 12 anni, attraverso l’ampio progetto Winparenting, lanciato nel 2018 proprio in occasione della festa del papà. Troppo spesso il congedo parentale, nonché il successivo rientro al lavoro, viene vissuto come un momento critico all’interno delle aziende perchè riduce la flessibilità delle persone. Winparenting rovescia questo paradigma, scardinando gli stereotipi.

Leggi di più sul progetto Barilla: Winparenting, essere genitori è una risorsa per l’azienda

Qual è il miglior posto di lavoro per una donna? L’indagine 2018 di Great Place to Work individua i 20 al top e, tra essi, figura al nono posto Amgen, player internazionale attivo nelle biotecnologie, con oltre il 50% delle donne tra i propri dipendenti e il 40% in posizioni manageriali. Accanto a MAAM (attivo anche per i papà), Amgen è precursore di iniziative innovative quali lo Smartworking – attivato per la prima volta nel 2013 – e oggi denominato iTime 2.0 (che consente fino a 8 giornate al mese per lavorare a distanza). “In una società dove sono ancora necessari movimenti come #Metoo per evidenziare quanto sia radicata la disparità di genere in ambito professionale, siamo fieri che la cultura dell’inclusione, che porta con sé il rispetto e l’equità di trattamento, abbiano sempre fatto parte del nostro DNA” spiega Luigi Uccella Direttore Risorse Umane.

Leggi di più sul riconoscimento di Amgen come Best Place to Work for Women in Italia: Best workplace for women premia Amgen

È stato presentato oggi, nel corso dell’evento Best Stage 2018 di Repubblica degli Stagisti, il label “Future@Work” realizzato in partnership con Life Based Value, il riconoscimento per le aziende che dimostrano un chiaro impegno verso le categorie fino ad oggi più svantaggiate nel mondo del lavoro – giovani e neomamme.

Le prime tre aziende a ottenere il label “Future@Work” sono state BIP – Business Integration Partners, Danone Company e Ferrero.

Sia la Repubblica degli Stagisti, il sito dedicato alla transizione dalla formazione al lavoro che ospita sulla sua piattaforma un network di aziende virtuose con i giovani, sia MAAM, combinano in modo innovativo i principi dell’attrazione e valorizzazione dei talenti con quelli della responsabilità sociale d’impresa.

«Noi ci occupiamo ormai da molti anni di valorizzare e dare visibilità alle aziende che vogliono offrire opportunità di qualità ai giovani, e che scelgono di apparire sul nostro sito abbracciando la nostra filosofia di trasparenza e responsabilità» dice Eleonora Voltolina, la giornalista che ha fondato e dirige la Repubblica degli Stagisti. «Quando abbiamo incrociato il progetto MAAM abbiamo capito che si basava sullo stesso principio: è stato un colpo di fulmine».

«MAAM è un progetto che può cambiare il mondo» spiega Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value e co-autrice del Metodo MAAM: «Le imprese che ci hanno scelto hanno capito che investire sui neo genitori può aumentare la competitività di un’azienda, mentre il rischio che molte aziende ancora corrono è quello di rinunciare a questo capitale umano proprio nella fase della vita in cui le persone diventano potenzialmente più forti, competenti e mature».

«Il nostro impegno è migliorare, un pezzetto alla volta, la cultura di impresa in Italia. Vogliamo diffondere buone pratiche e convincere imprenditori e manager che sfruttare o sottopagare gli stagisti, o demansionare le neomamme, è una strategia perdente, uno spreco di capitale umano» aggiunge Voltolina: «Tra l’altro spesso i temi si intrecciano, perché capita che le giovani donne alle prime esperienze vengano penalizzate in sede di colloquio, o nella loro carriera, proprio per il “timore” che possano avere presto un figlio».

«Con MAAM noi dimostriamo esattamente il contrario: chi diventa genitore – sia le mamme sia i papà – ha l’opportunità di sviluppare delle competenze preziosissime anche per il lavoro» spiega Zezza: «I  punti in comune tra l’essere un buon genitore e un buon manager sono molti di più di quanto si possa pensare: questa è la vera rivoluzione di MAAM».

Ed ecco il senso del label “Future@Work”: premiare e rendere visibili quelle aziende che investono davvero nel futuro. E cosa meglio che valorizzare i giovani e le donne in azienda, troppo spesso penalizzati, dimostra con i fatti la volontà di investire nel futuro?

Si è tenuta proprio oggi, 26 giugno 2018, la quarta edizione dell’Italian Venture Capital & Startup Summit, evento organizzato da Il Sole 24 ORE e Venture Up che ha visto la partecipazione dei principali player del mondo economico, delle istituzioni, dell’innovazione e delle startup. Un momento di incontro e condivisione tra idee e capitali per conoscersi e creare relazioni di valore.

In questo contesto particolarmente vivace e attento alle tematiche legate alle realtà innovative, si inserisce il premio Social Impact Award, il riconoscimento alla startup che si è maggiormente distinta per l’impatto sociale della propria idea di business, che è stato assegnato proprio a Life Based Value. Sul palco, Riccarda Zezza, CEO e co-autrice del Metodo MAAM, ha spiegato come “i problemi sociali possano rivelare bisogni mal serviti dal mercato e, di conseguenza, offrire aree dove si possa fare innovazione e creare dei business che, usando l’efficienza dei meccanismi di mercato, crescano velocemente mentre migliorano la vita di milioni di persone al mondo”.

Un messaggio interessante che invita dunque a riflettere sulla capacità di trovare potenzialità anche in contesti apparentemente difficili e a cambiare prospettiva trovando una direzione verso l’innovazione, da sostenere con entusiasmo e determinazione per far crescere l’economia.

L’11 giugno a Milano, presso la prestigiosa sede di BCG Italia, si è tenuto l’evento dal titolo “La nuova era della sinergia vita-lavoro” organizzato da Life Based Value e rivolto a un selezionato pubblico di professionisti HR.

Tra i relatori, alcune aziende come Barilla, BCG, Danone e Zeta Service che hanno adottato il Master MAAM, arricchendo così le loro politiche di cura delle Risorse Umane.

Qui di seguito le loro testimonianze:

Sonia Malaspina –  HR Director di Danone: “Da un viaggio iniziato in Mellin nel 2011, abbiamo sempre dato attenzione e valore ai dipendenti con figli. Ricordo come avevo annunciato con timore la mia maternità, ma l’azienda si era dimostrata molto aperta e sensibile alla tematica femminile. Questo mi ha spronato per dedicarmi ancora di più nella creazione di progetti pensati ai dipendenti genitori e ho creato così le 10 regole base per la mia azienda per supportare maternità e paternità. Da lì è nato un progetto che è andato in tutto il mondo Danone (coinvolgendo più di 100.000 persone). Tra i programmi di formazione, poi, è entrata anche MAAM. L’aver deciso di adottare questa piattaforma innovativa ha prodotto dei risultati molto soddisfacenti: il risultato più importante è che da noi il 42% delle donne che rientrano dalla maternità ottiene una promozione. Bisogna creare una forza lavoro che sia sempre desiderosa di crescere e migliorarsi; con MAAM puoi misurare le competenze prima e dopo, e le persone divengono responsabili della propria formazione”.

Marta Santoni, IGT Career Development Specialist di BCG: “Il work-life balance è una tematica importante. In BCG il 40% dei collaboratori è donna e l’età media dei dipendenti è di 30 anni. Anche in considerazione di ciò, abbiamo la responsabilità di pensare al futuro e MAAM è vissuto proprio come strumento di crescita. MAAM dà delle opportunità di crescita per entrambi i genitori (a dire il vero, la percentuale maschile che utilizza il programma è superiore a quella femminile) durante il periodo più importante della loro vita”.

Daniela Sorrentino, HR Manager di Barilla: “Ho iniziato a lavorare intensamente su Inclusion e Diversity circa 6 anni fa. Il motivo per cui abbiamo scelto MAAM? Non ce n’è uno solo. Avevo il sogno di cambiare la cultura della genitorialità in azienda e MAAM ne è il motore. MAAM è molto più che gender diversity: è un modo per insegnare alle aziende ad accettare la multidimensionalità delle persone. Occorre includere tutti i dipendenti in questi programmi e lavorare su competenze come capacità di adattamento, imprenditorialità, empatia, intelligenza emotiva. Tutto ciò è indispensabile per affrontare le sfide che la trasformazione digitale pone”.

Silvia Bolzoni, CEO di Zeta Service:Da imprenditrice, penso che l’attenzione alle persone sia una qualità fondamentale delle aziende. Prima del cliente ci sono le persone che lavorano per l’azienda e da mamma so cosa significa gestire vita privata e lavorativa. Ciò che più mi piace è poter dare la libertà al dipendente nel proprio lavoro. Ciò che conta è il risultato. Mancava MAAM, e quando ho saputo del programma formativo da un cliente, ho subito voluto approfondire e inserirlo nei programmi dell’azienda. Da noi le maternità si festeggiano”.

Diverse sono state le testimonianze dei dipendenti delle aziende ospiti all’evento MAAM, dove è emerso come questo programma li abbia aiutati a capire e a migliorare le competenze che stanno acquisendo nella loro esperienza di genitore e di come sia facile impiegarle poi in ambito lavorativo.

Il professore Luca Solari, Direttore del Master of Science in Management of Human Resources and Labour Studies presso l’Università degli Studi di Milano, è intervenuto a conclusione dei lavori, sottolineando come occorre dare spazio e libertà ai dipendenti per cercare di far emergere quell’unicità che appartiene a ogni individuo. “Noi siamo unici e irripetibili, ma d’altra parte ci sono organizzazioni che tendono a condizionarci, orientarci. La nostra missione è cercare e creare. Solo così l’organizzazione diventa un progetto collettivo, pur nascendo dalle individualità. In un’azienda, libertà e gestione non devono diventare un ossimoro.”

In un’epoca in cui le competenze tecniche e digitali assumono rilievo, è nei progetti come MAAM che si possono individuare nuovi modelli di formazione di competenze soft e human, che consentono un vero e proprio cambiamento di mentalità, rivolgendosi a tutti i dipendenti, a ogni livello organizzativo.

Riccarda Zezza conclude l’evento dichiarando “Il mondo del lavoro è profondamente cambiato. Le vecchie regole non valgono più. MAAM aiuta a cambiare i vecchi paradigmi culturali consentendo alle organizzazioni e alle persone di mettere in luce quelle soft skill che si sviluppano con la genitorialità e a impiegarle anche in ambito lavorativo.

Guarda il video-racconto dell’evento: