Le donne? Devono smettere di chiedere conferma del loro valore

Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value, e la blogger e business strategist Manuela Andaloro intervistano Chiara Condi trentenne italo-americana che a Parigi ha fondato Led By HER , non profit che incoraggia e accompagna donne vittime di violenza verso il reinserimento lavorativo.

I sociologi affermano che anche le persone più introverse, nella loro vita, influenzano oltre diecimila altre persone. Quanti individui abbiamo consapevolmente e inconsapevolmente influenzato nelle nostre vite finora? In che modo possiamo sfruttare al meglio questo potere? Tutti i giorni sentiamo parlare di leadership, eppure continuiamo a chiederci chi siano i veri leader.

L’idea di Riccarda e Manuela è di creare una serie di interviste che ritraggano leader e impact maker portatori di cambiamento e innovazione nel mondo, e quindi, portatori di un aumento di consapevolezza su un nuovo modello di leadership genuina e di successo. Nuovi modelli di ruolo che basano il loro successo su soft skill strategiche quali empatia, creatività e comunicazione, competenze che diffondono energia e forza appena impattano positivamente sugli altri e la società.

Noi crediamo che la vera leadership sia la capacità di generare un impatto sostenibile sugli altri

La prima intervista è a Chiara Condi, trentenne italo-americana che a Parigi ha fondato Led by HER, non profit che incoraggia e accompagna donne vittime di violenza verso il reinserimento lavorativo.

Chi è Chiara oggi?

Ho trascorso dieci anni della mia vita lavorando sulla parità di genere e sull’emancipazione femminile, gli ultimi cinque a gestire Led by HER, organizzazione non profit che svolge attività di sostegno e programmi per favorire l’imprenditoria femminile e i diritti delle donne. In questo momento sto cercano di posizionarmi a un nuovo livello; sento sempre di più la necessità di portare le mie idee in nuovi e più ampi contesti. Ecco perché cerco di partecipare il più possibile alle conferenze e ai dialoghi con i media internazionali, perché credo che sia più importante che mai contribuire ad accrescere la consapevolezza su questi argomenti.

Quando dico vita professionale e vita privata, cosa immagini?

Credo che non esista una formula perfetta su come suddividere il tempo nella propria vita. L’unica cosa che ha funzionato per me è stato definire le priorità e prendere ogni decisione sulla base di queste. In questo modo non mi sono mai sentita in colpa per le scelte che ho fatto o per aver detto di no a qualcosa. Credo che invece di stabilire sempre la quantità di tempo che dedichiamo alle cose nel corso della nostra vita, forse dovremmo iniziare a definirne la qualità. Applico questo principio alla mia vita essendo completamente presente in tutto ciò che faccio, che si tratti di lavoro o di vita privata. Anche se si tratta di una piccola cosa che mi concedo, me la godo completamente. Quando faccio una cosa in un dato momento nel tempo, non conta nient’altro. Se cerco di applicare questa regola onnicomprensiva alla mia vita, mi sento molto più appagata.

Vedi qualche connessione tra l’essere genitori e il management?

Sì, credo che essere dei buoni genitori e mettere in pratica una gestione efficace siano tutte questioni di sviluppo della leadership. Il ruolo di un genitore è far crescere il bambino in modo che diventi un adulto indipendente che pensi razionalmente e che agirà al meglio nel corso della sua vita. Proprio come avviene nelle aziende, si incoraggia il potenziale e il talento delle persone in modo che diventino la migliore versione di se stessi. Proprio in quel momento, ti permetteranno di dare del tuo meglio. Credo inoltre che individui appagati possano diventare una delle migliori risorse dell’azienda.

Chi sono o sono stati i tuoi modelli femminili e maschili a livello professionale?

Non credo di avere modelli formali, ma sono molto ispirata dalle donne che abbiamo aiutato grazie a Led by HER, poiché mi hanno insegnato che qualunque cosa succeda nella vita è possibile esporsi e cambiarla. Se loro ritengono che ogni giorno possa essere l’inizio di una nuova vita, allora tutti noi dovremmo farlo. Quando penso a loro, tutte le scuse che creo nella mia vita per non espormi svaniscono.

In che modo le donne (e i nuovi leader) perseguono un tipo diverso di leadership?

Una delle grandi qualità dei nuovi leader è l’empatia. Capire le persone di fronte a noi, il loro potenziale e dove desiderano arrivare vi permetterà di far sì che emerga il meglio dalle persone con cui lavorate. I grandi leader vedono il potenziale e lavorano con esso.

Qual è il più grande errore professionale che le donne continuano a fare? Cosa dobbiamo smettere di fare?

Devono smettere di chiedere conferma del proprio valore. Ho intervistato molte donne in tutto il mondo e mi sono resa conto che il denominatore comune della loro lotta era la credibilità. La verità è che mentre il lavoro di un uomo viene preso per oro colato, quello di una donna non lo è. Le donne hanno dichiarato che hanno dovuto dimostrare il loro valore e lavorare il doppio di un uomo per provare di meritarsi qualcosa. Ma non possiamo fermarci e arrenderci. Anche se il mondo va così e questa è la situazione in cui ci troviamo, perché non lavorare sulla consapevolezza di noi stesse e conoscere il nostro valore per pretendere ciò che meritiamo? Ogni volta che chiedete una promozione o negoziate un aumento, fatelo, provateci, per voi stesse e per tutte le donne, perché è in quel momento che insegniamo al mondo che valiamo e che non ci accontentiamo di poco.

Le donne devono smettere di chiedere conferma del proprio valore!

La generazione dei Millennial rappresenterà una tipologia di leadership molto diversa?

Sì, credo che ci stiamo dirigendo verso una leadership delle domande piuttosto che verso una leadership delle soluzioni. Un buon leader è una persona che pone tutte le domande giuste, non qualcuno che conosce già le risposte. L’innovazione ha creato scompiglio nel mondo poiché ci ha insegnato che la gerarchia non esiste. Le buone idee possono arrivare da ovunque e i migliori leader sono coloro che saranno in grado di cogliere invece di imporre.

Vi è un grosso dibattito in corso sul futuro del lavoro, su come trattenere i talenti e sui valori di donne e Millennial. Cosa credi che riservi il futuro per le organizzazioni di vecchio stampo?

Di recente ho avuto l’occasione di tenere una conferenza su questo argomento a Cape Town per il settore dell’aviazione, un campo che affronta grosse difficoltà nell’ambito del rinnovamento per il futuro. Esiste un potenziale per tutti i settori purché si ascoltino le voci delle persone, includendole nei processi. Le persone perdono il senso del lavoro quando percepiscono che questo è scollegato da ciò che accade intorno. Non c’è nulla di simile a un’organizzazione e ai suoi dipendenti, sono una cosa sola; l’organizzazione è i suoi dipendenti e quindi essi devono percepire chiaramente che ne fanno parte. Questo è quello che vogliamo, essere parte di qualcosa di più grande di noi stessi, e le organizzazioni che non garantiscono questa motivazione saranno escluse dal futuro.

Chiara Condi al Forum OCSE 2018 di Parigi
Qual è il business o la scoperta più importante che hai fatto l’anno scorso?

Che nulla è permanente, che io sono sostituibile e che non devo essere attaccata a nessun singolo risultato nella vita. Non esiste una soluzione unica, ma quando ho iniziato ho avuto misure di successo molto fisse. Quando lo fai, diventa impossibile essere semplicemente contenti di ciò che sta succedendo in questo momento e confidare che anche se qualcosa è diverso da quello che ti aspettavi, può comunque essere fantastico. Mi rendo anche conto che a volte cominci da qualche parte e poi la vita ti porta da qualche altra parte, e io combattevo contro quello, ma ora ho imparato ad ascoltarlo e ad abbracciarlo.

Come ricarichi la tua energia?

Non ho mai creduto, quando ero più giovane, di contare più di quello che faccio, ma ora lo faccio perché capisco che è l’unico modo per fare la differenza. Puoi solo dare pienamente da quel luogo di abbondanza, quindi cerco di crearlo quotidianamente. Si concretizza in yoga quotidiano, pilates e meditazione e scrittura del diario. E poi prendere lunghi momenti di distacco dal mio lavoro attraverso viaggi che nutrono la mia anima. Mi piace vedere quello che non ho mai visto prima e mi riempie completamente.

Cosa ti spinge, alla fine della giornata?

Sentire che ho lasciato il mondo un po’ meglio di ieri. Se posso dirlo a me stessa, allora posso dormire bene la notte.

Che significa impatto per te? Come descriveresti l’impatto che hai avuto sulle persone e sul mondo?

Pensavo che l’impatto fosse una parola grossa e che l’impatto significasse milioni di persone, che tutto doveva essere grande per contare davvero. In realtà Led By HER mi ha insegnato il contrario. L’impatto è molto di più basato sul fare piccole cose in grande stile. L’impatto riguarda l’intenzione e la grandezza con cui fai ogni piccola cosa – e questo è ciò che sposterà le montagne. Ho imparato che tu cambi il mondo una persona alla volta e ciascuna di quelle piccole rivoluzioni favorirà gli altri.

Hai altri consigli per gli impact maker, i professionisti e gli imprenditori concentrati sulla carriera, sia uomini che donne?

Assicuratevi che la prima persona per cui agite siate sempre voi stessi, perché questo è l’unico modo in cui aiuterete davvero gli altri.

Una sintesi di questa intervista è stata pubblicata anche su StartupItalia!