24 Gennaio 2020
Milano, 24 gennaio 2020. Quest’anno la Borsa Italiana del Turismo, oltre ai trend che delineano il volto di un settore in continua evoluzione, dedicherà un particolare focus al gender gap che penalizza tutt’ora l’avanzamento di carriera delle donne nel turismo. La diseguaglianza di genere e la necessità di dedicare spazio alle oltre 500.000 donne che contribuiscono allo sviluppo dell’economia turistica e della cultura dell’ospitalità in Italia, saranno affrontati nel convegno “Donne del turismo, dove siete finite?” in programma il prossimo 10 febbraio all’interno della BIT. Vi prenderanno parte relatrici di spicco, tra le quali Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value, Marianna Marcucci, Vice-ChairPerson Italy di ALL Ladies League (ALL) e Co Founder Invasioni Digitali e Paola Maniga, Head of Development at Bruegel, Co-Founder of The Brussels Binder, moderate da Giulia Eremita, professionista del marketing turistico digitale, nello spazio di FormazioneTurismo.
Le donne nel settore del turismo e dell’ospitalità rappresentano più della metà degli occupati globali. Secondo World Bank, nel 2019, sono infatti il 54%, contro un tasso di partecipazione globale delle donne all’economia del 39%. In Italia, a fronte di circa un milione di occupati nel settore del turismo e dell’ospitalità, oltre 500 mila sono donne. Nonostante una forte presenza “numerica” nel settore turistico, le donne riscontrano tutt’ora grossi ostacoli alla carriera e il settore si conferma uno di quelli in cui è più difficile “sfondare” il soffitto di cristallo. Le donne, infatti, occupano soprattutto ruoli a più basso livello di competenza (low-skilled) ed è marcata la sotto rappresentanza femminile ai vertici della scala gerarchica
Solo il 10% di donne ricopre posizioni cosiddette C-Level, perlopiù negli ambiti delle Risorse Umane, e solo il 36% partecipa ai Consigli di Amministrazione (quest’ultimo dato, in crescita, rispetto all’edizione precedente che si attestava intorno al 25,5%).
Ma quali sono gli ostacoli all’avanzamento di carriera delle donne? Un report di Equality in Tourism evidenzia 5 motivi: tra essi, la mancanza di un “work-life balance”, che rende l’attività lavorativa in questo settore poco compatibile con il ruolo di “caregiver familiare”, storicamente e ancora fortemente associato alla figura femminile. Secondo il rapporto Women in the Workplace 2019 di McKinsey&Company e LeanIn.org, negli ultimi cinque anni, oltre il 60% dei lavoratori dipendenti ha vissuto un evento significativo nella propria vita personale, la nascita di un figlio o prendersi cura di un familiare affetto da un problema di salute. Il 20% delle donne, che hanno richiesto un congedo per far fronte a questo momento, hanno riscontrato che prendersi una pausa dal lavoro ha avuto un impatto negativo sulla propria carriera, effetto riscontrato soltanto dal 10% degli uomini.
Ed è proprio su questi temi che si concentrerà l’intervento di Riccarda Zezza, che commenta: “I risultati raccolti dagli oltre 8.000 partecipanti dei nostri master digitali, madri, padri e caregiver dipendenti delle nostre 70 aziende clienti, dimostrano che prendersi cura di qualcuno non è più solo una dimensione personale, ma una vera e propria palestra, preziosa anche per la carriera professionale e le aziende. Nei nostri master digitali, il metodo di apprendimento ‘basato sulla vita’ attiva il potenziale formativo delle esperienze di cura, come la genitorialità o la cura di un genitore anziano, migliorando le competenze trasversali e aumentando l’efficacia dei partecipanti anche sul lavoro. Il risultato è anche un generale senso di benessere, un miglioramento significativo del work-life balance e una maggiore motivazione e fidelizzazione verso la propria azienda, che ha dimostrato di saper accogliere al suo interno la vita delle proprie persone, valorizzandola”.
L’appuntamento è per lunedì 10 febbraio alle ore 15.30 nella Sala Green 6, durante la BIT presso Fieramilanocity – MiCo, Milano.