Conciliare lavoro e paternità: una sinergia vincente per l’individuo, una risorsa per l’azienda

È provato scientificamente che esiste “un’analogia tra le caratteristiche del genitore e quelle del cosiddetto leader trasformazionale, ovvero colui che, attraverso un approccio empatico, è in grado di ispirare, motivare, portare al raggiungimento dei risultati e a un buon livello di autonomia e realizzazione delle persone in azienda”.

Il paper di Percorsi di Secondo Welfare, laboratorio di ricerca nato nel 2011 da una partnership tra l’Università degli Studi di Milano e il Centro Einaudi di Torino, valorizza questo assunto offrendo, in particolare, una panoramica sensibile e attenta alle criticità di conciliazione tra vita e lavoro in Italia, anche, e soprattutto, dalla prospettiva dei padri.

Si mette in luce una condizione solitamente in ombra, ma di grande valore. Numerosi, infatti, sono i benefici di un padre presente nella crescita dei figli: le performance scolastiche dei bambini migliorano, i conflitti nella coppia diminuiscono per un bilanciamento dei vari incarichi domestici, le attività di cura sviluppano competenze soft davvero preziose per le aziende.

L’analisi del paper, inoltre, approfondisce il tema della paternità fornendo un affondo quali-quantitativo più dettagliato su macro-aree che esplorano i cambiamenti che portano la paternità, la conciliazione fra paternità e gli altri ruoli ricoperti dai padri, il ruolo dei padri nella società e in azienda, la correlazione fra paternità e leadership.

Ne emerge un quadro di invisibilità, poco riconosciuto e scarsamente tutelato a cui invece si vuole dare colore per integrarlo in una situazione di sinergia vita-lavoro armonica e creativa.

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