13 Settembre 2018
Una felicità che coinvolga lavoro e famiglia è possibile?
Una domanda che tocca le corde più profonde delle nostre emozioni, del nostro vissuto e che potrebbe avere potenzialmente un’infinità di risposte per la molteplicità di situazioni che ognuno vive quotidianamente. Noi crediamo che si possa trovare un equilibrio, una sinergia che possa dare spazio senza togliere energie e tempo, ma che, anzi, dia forza a entrambi gli aspetti.
Abbiamo avuto modo di parlarne sabato 8 settembre al Tempo delle Donne, quinta edizione della rassegna culturale organizzata dalla 27esima Ora, in collaborazione con Io Donna, Fondazione Corriere e ValoreD, presso gli spazi della Triennale di Milano. Un panel che ha visto gli speaker confrontarsi su diverse tematiche che coinvolgono i ruoli di mamma e papà. Gli spunti e le risposte hanno spaziato tra vari campi: dalla psicologia con Vera Slepoj, alle logiche di azienda con Francesca Polti, per poi virare sulle prospettive innovative proposte da Riccarda Zezza, e approdare all’esperienza di un papà d’eccezione, Massimiliano Ossini, giornalista e conduttore TV.
Tanti i quesiti posti dalla moderatrice Danda Santini, Direttrice di IO Donna, e tanta la voglia di confrontarsi. Dati e ricerche confermano che in Italia gli uomini sono per la prima volta pronti a prendere il congedo di paternità, mentre le donne fanno fatica a delegare. Quindi, come lasciare liberi gli uomini per creare i loro modelli senza copiare le mamme?
Riccarda Zezza ci invita a riflettere su come sia necessario inventare una paternità tutta nuova che lasci spazio di essere se stessi, senza gabbie e stereotipi, imposti dalla storia e dalle tradizioni. Una nuova prospettiva da adottare e su cui lavorare con determinazione e slancio per avere uno sguardo libero da preconcetti, rinnovato e sempre pronto ad accogliere nuove sfide.
Una libertà che fa rima, per Francesca Polti, con serenità sul lavoro. La Managing Director dell’omonima azienda sostiene che “un clima sereno e un coinvolgimento delle persone sia durante il congedo che dopo costituisca un elemento di rispetto e di valorizzazione dei propri dipendenti”.
Famiglia, dunque, che diventa il fulcro da cui partire ogni giorno con entusiasmo e buona volontà, perché le prospettive che abbiamo di fronte non sono irrealizzabili, ma si possono affrontare insieme, prendendoci cura di noi e degli altri.