26 Settembre 2019
Ogni decisione di business viene presa sulla base di dati e informazioni. Ma le aziende sanno guardare allo stesso modo verso il proprio interno? Si accorgono, ad esempio, che alcune esperienze di vita dei dipendenti potrebbero ridurne la produttività, o addirittura causare la loro uscita dal mondo del lavoro?
I carichi di cura familiare, ad esempio, rappresentano una situazione che, se trascurata, può raggiungere livelli talmente intensi da provocare ingenti costi a carico dell’azienda. La maggior parte dei lavoratori di oggi ha, infatti, due vite lavorative: quella di cui parla, come dipendente, e quella nascosta e ignorata dalle aziende di caregiver. I “caregiver familiari” sono coloro che a titolo non professionale e gratuito si prendono cura di una persona cara affetta da malattia cronica, disabile o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine. In questa definizione sono inclusi gli anziani.
Secondo un recente report dell’Harvard Business University The Caring Company, che abbiamo sintetizzato nel paper La Strategia della Cura, nelle aziende il 73% dei dipendenti è anche caregiver.
Questo numero è destinato a crescere. Con l’aumento delle famiglie monoparentali, la partecipazione al mondo del lavoro di entrambi i partner, e l’incremento di altre forme di famiglia “non tradizionale”, i lavoratori avranno sempre meno risorse a cui affidarsi. Cresce anche la cosiddetta “sandwich generation” – che include quelle persone che si trovano simultaneamente a dover gestire la cura dei figli e quella dei genitori anziani – spesso con carichi fisici, emotivi e finanziari che aumenteranno ancora più marcatamente.
Il carico di cura familiare coinvolge tutta la popolazione aziendale, per età e per livello di seniority, ed è destinato a rendersi sempre più pesante, a causa dei cambiamenti demografici e sociali.
Le aziende capaci di riconoscere la complessità della vita delle proprie persone, valorizzare i loro vari ruoli, saranno sempre più in grado di accrescere la motivazione, consentendo ai dipendenti di esprimere meglio sé stessi e di avere più energie anche sul lavoro. Adottando una vera e propria “strategia della cura”, le aziende cambiano focus e apprendono come avvenimenti comuni e frequenti nella vita dei dipendenti – come la nascita di un figlio, la convivenza, una malattia o la cura di un famigliare anziano o disabile – non vengano più vissuti come un’anomalia, ma piuttosto come delle occasioni di crescita personale e professionale, con impatti positivi sulla carriera e la produttività.