Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed “gli uomini non percepiscono più il ruolo lavorativo come preponderante nella loro vita: si sentono infatti in primis padri (71%) e solo dopo professionisti (42%). Genitorialità, relazione, cura, sono gli aspetti ora maggiormente rilevanti per il mondo maschile. Questi elementi sono ormai intorno a noi, permeano la società. Estendere il congedo di paternità vuol dire riconoscere queste mutazioni sociali e dargli un nome. Tuttavia non bisogna illudersi. La strada verso il diritto alla parità nell’esercizio della genitorialità è ancora lunga e i padri lo sanno quanto le madri”.
È questo il commento di Riccarda Zezza, CEO e co-fondatrice di Lifeed, intervenuta alla conferenza stampa presso la Camera dei Deputati sul congedo di paternità alla quale hanno preso parte i deputati Alessandro Fusacchia, Erasmo Palazzotto, Rossella Muroni e Lia Quartapelle, Valeria Ronzitti del direttivo Movimenta, Maura Latini (AD COOP), Silvio Petta (founder di Superpapà), Veronica Benini (imprenditrice e attivista) e Paola Mascaro (Presidente Valore D).
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Riccarda Zezza nel corso del suo intervento ha potuto illustrare alcune evidenze emerse dall’analisi delle riflessioni dei partecipanti ai percorsi di Lifeed da cui emerge anche come la ridefinizione dei propri ruoli sociali, delle proprie priorità e delle proprie capacità è stata amplificata e velocizzata dal lockdown e dalla pandemia.
“Questi eventi hanno fatto progredire la percezione di ciò che siamo e di ciò che ci circonda. Un cambiamento che ha toccato anche l’universo maschile. Per il 40% dei padri coinvolti nella piattaforma Lifeed la pratica di ruoli di cura sviluppa soprattutto due importanti capacità: la paternità ha migliorato in più del 60% creatività e capacità di innovare; la cura dei genitori anziani, invece, li ha portati a sviluppare e applicare maggiormente responsabilità ed empatia”, ha concluso Zezza.