La paternità allena leadership e gestione del cambiamento perché vivere attivamente la genitorialità migliora la flessibilità (76%), la leadership (73%) e le competenze relazionali (72%)

Milano, 16 marzo 2023 – Diventare genitori è un cambiamento che viene vissuto sia dai neo papà che dalle neo mamme con stati d’animo per lo più positivi: consapevolezza, motivazione, curiosità verso il futuro sono alcune delle emozioni più riportate dai partecipanti all’indagine dell’Osservatorio Vita – Lavoro di Lifeed.

Parlando di emozioni, i neo papà si sentono più motivati e pieni di energie rispetto alle neo mamme (88% vs 69%), oltre che più responsabili e maturi (84% vs 78%). Allo stesso tempo, però, i padri sembrano sentire meno la fatica della conciliazione tra vita privata e lavorativa, riportata solo da un neo papà su tre (33%) rispetto alle neo mamme, dove emerge nel 60% dei casi, confermando un scenario già noto in cui la genitorialità pesa di più sulle donne. 

Un’opportunità mancata perché le competenze che si sviluppano con la pratica della paternità sono quelle di cui il mondo del lavoro ha sempre più bisogno.

Infatti, dall’indagine emerge che vivere attivamente il ruolo di padre permette di allenare soprattutto le competenze di gestione del cambiamento: come gestione dello stress e dell’imprevisto, e flessibilità riportata dal 76% dei padri. Migliorano anche le capacità di guida e leadership (73%) e con la paternità si delinea anche una più chiara visione del futuro.   L’esercizio della paternità migliora inoltre le competenze relazionali, come l’empatia, l’ascolto e la collaborazione (72%). 

Così Martina Borsato, Research & Innovation Senior Analyst di Lifeed, ha commentato l’indagine: “I dati del nostro Osservatorio ci riportano una fotografia dei padri aperti al viaggio della genitorialità. I padri di oggi sono consapevoli che un figlio porterà una nuova visione del mondo e una trasformazione di sé, che vuol dire maturità, forza e nuova capacità di mettere insieme la vita dentro e fuori dal lavoro. Insomma, un insieme di competenze che magari non avevano, o non sapevano di avere, che li arricchisce come persone ma anche professionisti. È il segnale di un vento nuovo che sta finalmente soffiando nella giusta direzione, starà alle aziende individuare queste nuove competenze e trasferirle in azienda.”

Con i percorsi di self-coaching di Lifeed i genitori diventano più capaci di usare queste energie e competenze anche nel loro lavoro e nelle relazioni con i colleghi. infatti l’81% dei padri ha poi riconosciuto di aver trasferito sul lavoro le competenze allenate grazie alla nascita di un figlio.

L’indagine è condotta su un campione di 1.125 partecipanti ai percorsi formativi dell’EdTech company che, attraverso la piattaforma di self-coaching digitale life-based, trasforma le esperienze di vita in efficaci palestre per la formazione delle competenze soft.

In occasione della Festa della Donna, LIFEED rende noti i primi dati dell’Osservatorio Vita – Lavoro: le donne si scoprono  più forti grazie ai momenti di transizione

Milano, 7 marzo 2023 – Grazie all’autoconsapevolezza e percorsi di self-coaching, le donne sono in grado di vivere con più emozioni positive transizioni di vita, come cambiare lavoro, rispetto agli uomini. Il 50% si è dichiarata motivata e/o piena di energie, il 53% curiosa del futuro e il 52% consapevole rispetto a questo cambiamento. Uno stato d’animo, quello della consapevolezza, trasversale a ogni transizione.

Scoprirsi più forti nel corso di una transizione di vita come cambiare lavoro, diventare genitore o affrontare un evento straordinario come una pandemia è l’evidenza principale emersa dalla survey annuale su 1.000 partecipanti ai percorsi formativi di Lifeed, l’EdTech company che, attraverso la piattaforma di self-coaching digitale life-based, trasforma le esperienze di vita in efficaci palestre per la formazione delle competenze soft. 

Secondo i dati emersi dall’Osservatorio Vita – Lavoro di Lifeed, infatti, si sente più forte nelle transizioni l’84% le donne contro il 70% degli uomini (+14%). Tra tutti, sono le madri ad essersi scoperte più forti grazie alle transizioni, con una percentuale dell’86%. Ma non solo, il 75% delle madri lavoratrici, potendo lavorare sulla propria autoconsapevolezza grazie all’esperienza trasformativa della maternità, ha migliorato le proprie competenze organizzative con un impatto positivo sulla gestione di vita privata e professionale, contrariamente a quello che potrebbe essere il pensiero comune.  

“Le donne, quando si trovano ad affrontare delle transizioni,  attivano risorse diverse dagli uomini e i dati ce lo dicono in modo chiaro.  Sviluppare maggiore consapevolezza rispetto alle competenze che le esperienze della vita ci permettono di allenare è il primo passo per vivere in modo non conflittuale la coesistenza in ognuno di noi di più ruoli –  afferma Riccarda Zezza, amministratore delegato di  Lifeed e una delle 144 donne a capo di Startup EdTech a livello mondiale secondo HolonIQ. “Questo tipo di approccio è  controculturale, va contro il conflitto vita – lavoro spesso citato in occasioni come quella dell’8 marzo. Cambiare rappresentazione e immaginare le donne – ma non solo loro- arricchite dalla coesistenza di vari ruoli è il primo passo per la creazione di una società più inclusiva.”

Indagine di Job Pricing e LHH Recruitment Solutions

Ruoli di cura percepiti dalle aziende come un ostacolo alla carriera, ma sono il motore di sviluppo delle competenze più utili in ambito professionale

10 febbraio 2023

È l’11 febbraio il D-Day delle donne. Solo da questa data infatti le donne cominciano a guadagnare, sebbene lavorino dal primo giorno dell’anno. Un dato che mostra quanta strada deve ancora fare l’Italia.


Il gap salariale rispetto agli uomini si è ampliato nell’ultimo anno dello 0.9% e questa è una pessima notizia, non solo per le donne. Le donne sono in media più istruite a tutti i livelli (59,4% di laureate sul totale), hanno performance scolastiche superiori (il 43% delle ragazze ottiene un voto d’esame superiore o uguale a 8, rispetto al 31,7% dei ragazzi) e abbandonano meno gli studi (10,5% delle ragazze contro il 14,8% dei ragazzi). Ma in azienda guadagnano meno. (Fonte Osservatorio JobPricing e LHH Recruitment Solution). Questo trend è figlio sì di politiche salariali non aderenti al tempo, ma è anche frutto di percorsi individuali accidentati. Le donne sono quelle che hanno contratti di lavoro più instabili e fragili, quelle che scontano la maternità e quelle sulle cui spalle pesa la maggior parte del carico familiare in termini di cura. Paradossalmente questi elementi rendono invece le donne più forti e con competenze più utili nelle aziende: superare transizioni come il cambio di un lavoro rende più consapevoli (81% delle donne che ha fatto un percorso Lifeed si sente più consapevole grazie alle transizioni di vita), affrontare la maternità migliora la capacità di organizzazione (77%), le competenze legate alla leadership (80%), la gestione dello stress e il problem solving (83%). Infine occuparsi di un parente malato o in generale avere ruoli di cura rende più consapevoli, affidabili, empatici (85%) e più motivati sul lavoro (77%) impiegando al meglio le risorse disponibili per raggiungere gli obiettivi. Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Vita Lavoro di Lifeed valorizzare la genitorialità consente di far emergere talenti che, per il 70% sono espressi solo nei ruoli personali.
Le persone che possono esprimere sul lavoro tutte le loro capacità si sentono più viste e più vicine ai valori della propria azienda, con un impatto positivo sulla retention e sulla reputazione, punti di forza per attrarre le nuove generazioni e i talenti, soprattutto femminili.

Ma le aziende lo stanno scoprendo, anche se molto lentamente. I cambi di prospettiva sono processi lunghi, per molto tempo sotterranei”.

Cosi Riccarda Zezza, Ceo e fondatrice di Lifeed e autrice del libro “Maternity as a Master”, ha commentato i dati resi noti dall’indagine sul Gender pay Gap realizzata da JobPricing e LHH Recruitment Solution.

“Disincentivare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro è un danno non solo per loro, ma anche per il Paese. È una situazione che impoverisce tutti ed è per questo che sono indispensabili misure che agiscano a 360 gradi, fare spazio a un principio di cura maggiormente condivisa tra entrambi i genitori, valorizzare il capitale umano delle donne anche in quanto mamme o caregiver e non “nonostante” questi ruoli. Solo un radicale e prolungato cambio di prospettiva potrà eliminare il gender pay gap” – ha concluso Zezza.

14 nuove imprese italiane diventano Caring Company, puntano sulla valorizzazione delle persone e sulla sostenibilità

Milano, 28 novembre 2022

Si amplia il numero di aziende caring in Italia. Lifeed, società di education technology che consente alle persone di trasferire tutti i propri talenti tra i propri diversi ruoli attraverso il self-coaching online, rinnova l’iniziativa CARING COMPANY anche per il 2023 e riconosce 14 nuove imprese con il titolo di aziende Caring Company: BCC Roma, Biogen, Biomerieux, Gruppo Casillo, CDP, Happy Child, Heineken, Iccrea Banca, Leonardo, LiuJo, Nespresso, Sperlari, Takeda, Valore D.

Celebrando l’ingresso di nuovi membri nella community Caring Company, l’Osservatorio Vita -Lavoro di Lifeed lancerà un’indagine sulle sfide delle funzioni HR con l’obiettivo di fotografare il mondo del lavoro attraverso la lente dei membri della community e coinvolgendo gli esperti HR di aziende e istituzioni, private e pubbliche che abbiano il desiderio di contribuire con la propria esperienza all’innovazione e al progresso culturale.

Il riconoscimento Caring Company è destinato alle aziende che investono in leadership generativa e nelle proprie persone, condividendo i seguenti valori:
La vita è maestra – sanno riconoscere la sinergia tra vita e lavoro valorizzando le esperienze di vita delle persone;
Prendersi cura è una forma di Leadership – credono in una leadership incentrata sulla cura che rafforza e rende le persone capaci di esprimere tutto il loro potenziale;
La diversità è un motore di innovazione – guardano alle persone con curiosità e coraggio, facendole fiorire nella loro interezza e nella loro diversità.

Le aziende hanno sfide importanti da affrontare in un contesto lavorativo che vede le persone allontanarsi dai valori aziendali. Secondo il Report 2022 State of the Global Workplace di Gallup, solo il 4% degli italiani si sente coinvolto nel proprio lavoro. Un dato sconfortante che posiziona l’Italia all’ultimo posto in Europa insieme alle imprese italiane che nel contesto macroeconomico attuale, invece, hanno bisogno di crescere e di essere competitive all’insegna della sostenibilità. I dati dell’Osservatorio Vita – Lavoro di Lifeed, raccolti negli anni attraverso le riflessioni di 40 mila lavoratori in più di 100 aziende italiane e globali, invece, dimostrano che quando le imprese investono nello sviluppo delle persone grazie ai percorsi di self-coaching, aumentano l’engagement e le risorse disponibili: in particolare, l’82% dei lavoratori aumenta l’autoconsapevolezza, il 73% migliora la capacità di collaborazione e il 71% gestisce meglio lo stress sviluppando il proprio benessere.

Lifeed promuove attivamente la crescita della community CARING COMPANY con l’obiettivo di creare uno spazio di condivisione e di confronto tra organizzazioni che vogliono contribuire alla crescita della società e a un cambiamento culturale necessario al Paese, organizzazioni pronte per il futuro e capaci di mettere le persone al centro.

“L’attenzione verso le persone ripaga le aziende: la vita può diventare motore di risorse e innovazione, ma occorre avere il coraggio di cambiare alcune prospettive obsolete. Le Caring Company che lo fanno, e hanno voglia di fare sistema intorno a una nuova definizione di capitale umano, ne raccoglieranno i frutti” – ha dichiarato Riccarda Zezza, Ceo di Lifeed.

L’Osservatorio Vita – Lavoro di Lifeed accompagna l’iniziativa Caring Company ed è un punto di vista privilegiato sul rapporto tra aziende e persone rilevando le emozioni, le aspettative, i bisogni e i talenti di chi è coinvolto nei percorsi Lifeed.

Lifeed e Barilla alla 4Week4Inclusion raccontano l’importanza di guardare le persone nella loro interezza: emozioni, bisogni e esperienze di vita sono un valore per le persone e per le aziende.

“Basta pensare che l’essere madre o padre possa andare in conflitto con il nostro essere lavoratori. Tutte queste dimensioni hanno una sinergia naturale che bisogna valorizzare, serve nelle aziende per farci lavorare bene insieme e portare nel mondo quel tipo di energia che serve per andare avanti”.

È questo il monito lanciato da Riccarda Zezza durante l’evento “Oltre gli stereotipi: il valore delle transizioni di vita per le persone e per le aziende” organizzato nell’ambito di 4Week4Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione organizzato da TIM che quest’anno – per la prima volta in Italia – vede impegnate oltre 200 imprese nel realizzare una maratona di quattro settimane consecutive all’insegna dell’inclusione.

All’evento organizzato da Lifeed in collaborazione con Barilla hanno preso parte Riccarda Zezza, CEO di Lifeed, Giulia Lamarca, Content Creator, Psicologa e Change Maker, Valeria Icardi, Customer Team Director & D&I ERG Balance Italy Leader di Barilla e Chiara Bacilieri, Head of Data di Lifeed.

“Il cambio di paradigma – ha continuato Zezza- non è naturale e non sarebbe possibile se non ci fossero aziende come Barilla che hanno fatto questa coraggiosa scelta di portare il cambiamento nella propria realtà”.

Barilla infatti è una delle 80 aziende che con Lifeed sta portando avanti un progetto di formazione e autoconsapevolezza dei propri dipendenti valorizzandone le dimensioni di vita personale come essere genitori, caregiver o semplicemente vivere una transizione.

“Abbiamo trovato i principi fondativi del percorso Lifeed totalmente coerenti con il nostro approccio che pone davvero al centro le persone – ha commentato Valeria Icardi, Customer Team Director & D&I ERG Balance Italy Leader di Barilla. “Nella strategia di crescita di Barilla, la diversità rappresenta un obiettivo fondamentale: uguaglianza, inclusione e diversità sono da tempo parte integrante della cultura, dei valori, del codice etico e del modello di business dell’azienda che considera le sue persone come la risorsa più preziosa.”

Il programma Winparenting ha l’obiettivo di supportare i genitori e i loro manager nella transizione della genitorialità, attraverso iniziative di valorizzazione delle persone e di supporto concreto rivolte a tutti i genitori e ai loro manager.

“Lifeed ha avuto un impatto molto importante nel cambiamento culturale dell’azienda e nell’affiancamento delle persone in una fase di trasformazione della loro vita come la genitorialità. Oggi in azienda tutti, e soprattutto i padri, si sentono più autorizzati a parlare dell’esperienza genitoriale e delle proprie esigenze familiari, senza il timore di essere stigmatizzati”– ha concluso Icardi.

Dai dati raccolti attraverso l’analisi di oltre 3000 riflessioni espresse dai dipendenti Barilla durante i percorsi Lifeed per il programma Winparenting emerge una fotografia chiara delle emozioni provate durante l’esperienza di vita della genitorialità. Il 56% delle persone parla di energia positiva, di gioia e motivazione. Nell’ultimo anno i genitori di Barilla manifestano sempre meno bisogni legati alla gestione dell’incertezza e alla necessità di maggiore equilibrio vita-lavoro. Aumenta l’efficacia nella cura, le competenze di leadership e intelligenza emotiva sono quelle più sviluppate.

“La lettura dinamica di questi dati permette a Barilla di guardare le persone nella loro interezza e di tenere conto di elementi più soft che non sempre nelle aziende vengono osservati. Alle emozioni, per esempio, si correla il benessere e comprenderlo permette di trovare le giuste modalità per relazionarsi con le persone. Ma non solo: le emozioni si correlano ai bisogni che evidentemente variano nel tempo. Il bisogno di gestire l’incertezza e la paura del futuro si intensificano nel 2020 dell’esplosione della pandemia e conseguente remote Working per poi decrescere del 59% del 2021. Nel 2018 la conciliazione tra vita privata e vita lavorativa rappresentava la preoccupazione maggiormente espressa dai neo genitori di Barilla nel corso degli anni decresce fino a scomparire nel 2021”– ha commentato Chiara Bacilieri Head of Data di Lifeed nel presentare le principali evidenze emerse fin qui grazie al progetto.

Tutti gli eventi della vita possono arricchire il curriculum. Perché invece le più intense esperienze di vita vengono trattate come un ‘vuoto’ nella carriera professionale? Due esempi: il congedo per la nascita di un figlio (il 20% delle donne in Italia dà le dimissioni dopo la maternità) e il tempo dedicato alla cura di una persona cara, come un genitore anziano (il 28% dei caregiver ammette di vivere questa condizione come uno stigma sul lavoro). Eppure si tratta di motori di attività quotidiane che migliorano ben 63 competenze! È ora di cambiare radicalmente la cultura e iniziare a considerare queste esperienze come dei veri e propri master nel curriculum vitae delle persone.

Da questo presupposto è nata #MyRealCv, la campagna digital di Lifeed che promuove la consapevolezza delle competenze allenate attraverso le esperienze di vita (come diventare genitori, prendersi cura di una persona non autosufficiente, vivere un divorzio, un trasloco, un nuovo lavoro…), vedendole nella loro complessità come occasioni che arricchiscono il curriculum vitae e realizzando così una migliore sinergia tra vita e lavoro.

#MyRealCv è stata ideata da Lifeed, l’EdTech company a impatto sociale che estende le possibilità di apprendimento delle persone a tutti gli aspetti della loro vita e coinvolge le aziende come agenti del cambiamento.

La campagna, realizzata collaborazione con l’agenzia di comunicazione Cookies & Partners, vuole spingere un cambiamento culturale a partire dalla creazione di una community – canali social Facebook, Instagram e LinkedIn – e dai partner di Lifeed, per poi svilupparsi a settembre in maniera più ampia grazie al coinvolgimento di influencer scelti perché rappresentano quanto sia importante trovare una sinergia tra vita e lavoro, e quanto i cambiamenti di vita spingano in questa direzione.

“Si chiama ‘curriculum vitae’, ma purtroppo spesso perde di vista la vita, con la conseguenza di sprecare risorse utili alla società e al mondo del lavoro – afferma Riccarda Zezza, CEO di Lifeed – Con questa campagna proponiamo un cambio di paradigma che renda tutte le persone più consapevoli che gli eventi della vita producono competenze che meritano di essere valorizzate nella vita professionale perché “funzionano” anche lì”.

La campagna è volutamente giocosa e aperta a tutti: un test composto da alcune domande individua i cambiamenti principali che le persone stanno attraversando, invitandole a scegliere quali competenze associarvi. La persona riceve quindi un report che indica le capacità sviluppate e da inserire nel CV.

Lifeed, proprio per il suo approccio innovativo al mondo del lavoro, è la prima e unica impresa italiana tra le 16 aziende selezionate dal network internazionale Unreasonable Group che riunisce innovatori dirompenti e imprenditori per entrare nella community di Unreasonable Future, il programma creato con l’obiettivo di co-progettare il futuro del lavoro.